Truffe al supermercato per pagare meno commesse dai consumatori

2023-01-05 17:29:29 By : Ms. Ruo La

I trucchi che alcuni consumatori commettono quando devono pesare i prodotti della frutta e della verdura e che costituiscono reato. 

Anche se il costo del carrello della spesa è volato alle stelle a causa dell’inflazione, le difficoltà economiche non sono un motivo valido capace di giustificare il furto o le piccole truffe al supermercato per pagare meno. E di truffe, come vedremo a breve, ce ne sono parecchie.

La giurisprudenza ha spesso detto che la situazione di indigenza non configura quello “stato di necessità” al ricorrere del quale si può perdonare chi commette un reato. Affinché possa invocarsi tale giustificazione è necessario che sussista un effettivo ed attuale pericolo di un «danno grave alla persona». Questo può sussistere, ad esempio, se è a rischio l’incolumità fisica della persona nel momento stesso in cui questa commette il reato (come nel caso di chi, se non mangia, rischia di svenire o di morire di fame). Non c’è invece alcuna scusante nelle situazioni purtroppo stabili e durature (tipiche di chi, con il proprio stipendio o pensione, non riesce ad arrivare a fine mese) per contrastare le quali esistono già i sussidi statali destinati ai poveri. 

Anche per questo la Cassazione ritiene che il furto di una semplice mela o di una bottiglia di vino costituisca comunque un reato. Chi ruba la merce dallo scaffale del supermercato nascondendola dentro lo zaino, nella borsa o in una tasca del cappotto può quindi essere querelato anche se non ha ancora varcato le casse. E ciò perché tale comportamento può configurare il semplice tentativo di furto, punibile anch’esso.

Alcuni consumatori hanno così adottato dei comportamenti “più raffinati” per mettere in atto piccole truffe ai danni del supermercato: comportamenti che, almeno al giudizio della propria coscienza, vengono giustificati con maggiore serenità, risultando – almeno apparentemente – diversi dai comuni e volgari furti. Ma non per questo la legge li consente o può comunque chiudere un occhio. 

Quali sono questi raggiri? Il più delle volte avvengono al reparto frutta e verdura. È qui infatti che il costo del carrello sale alle stelle (perché delle vitamine il nostro corpo non può fare a meno). E, fra l’altro, è proprio su tali prodotti che il supermercato fa il maggior ricarico (ragion per cui sono sempre collocati in prossimità dell’ingresso del locale). 

Guarda il nostro video sui segreti del supermercato per farti spendere di più.

La più comune truffa al supermercato viene messa in atto quando si pesano la frutta e la verdura sul bilancino “fai-da-te”. Alcuni clienti lasciano aperto il sacchetto trasparente e, dopo aver stampato lo scontrino con il prezzo, vi inseriscono altri prodotti in modo che questi sfuggano alla pesatura e quindi al pagamento. Inutile dire che questo comportamento costituisce un reato. Reato peraltro che può essere facilmente scoperto alla cassa dove è collocata un’ulteriore bilancia in corrispondenza del rullo automatico e, a volte, non visibile al consumatore. Con questa è possibile effettuare un controllo di quanto riportato sullo scontrino: dal raffronto è possibile verificare se il peso del prodotto stampato è davvero quello effettivo.

C’è poi chi tenta, sempre in fase di auto pesatura dell’ortofrutta, di tenere leggermente sollevato il sacchetto, di modo che solo una parte del suo peso venga registrato dalla bilancia per la stampa del prezzo. In tal caso, però, è la stessa bilancia a non rilasciare lo scontrino avvertendo che il peso del prodotto non si è stabilizzato sul piatto. Ciò non toglie che il comportamento messo in atto dal cliente costituisca comunque un tentativo di truffa e sia quindi passibile di querela.

Un terzo modo per truffare il supermercato è digitare, sulla tastiera del bilancino fai-da-te, il codice di un prodotto diverso, ovviamente più economico di quello scelto e riposto nella busta. Anche qui si commette truffa. È bene peraltro ricordare che i sacchetti dell’ortofrutta sono trasparenti; pertanto alla cassa è possibile verificare se il prodotto riportato sullo scontrino corrisponde davvero a quello inserito nella busta.

Ed ancora: è vietato togliere l’adesivo con il codice a barre apposto su un prodotto per sostituirlo con quello di un altro più economico. Anche in questo caso si commette reato. E il raggiro ai danni del supermercato scatta anche se l’oggetto in questione non viene ancora portato alla cassa, essendo contestabile anche il delitto di tentata truffa.

Non bisogna peraltro dimenticare che il supermercato dispone di piccole telecamere posizionate in corrispondenza dei vari reparti in grado di riprendere ogni comportamento dei clienti. La presenza delle telecamere, è vero, deve essere presegnalata con un cartello di avviso, ma questo può ben essere posizionato all’ingresso del locale, dove magari il consumatore non presta attenzione. 

Altro comportamento illecito riguarda l’utilizzo dei buoni pasto. Se ne possono cumulare massimo otto al giorno, proprio perché si tratta di un servizio sostitutivo della mensa quotidiana e che pertanto non dovrebbe essere sfruttato per la spesa della settimana. Chi utilizza più di otto buoni pasto per volta potrebbe vedersi opporre un bel rifiuto da parte della cassiera la quale potrà pertanto pretendere di ottenere il residuo pagamento con denaro e non con i ticket. 

Ricordiamo in ultimo che è legale entrare in un supermercato con uno zaino o una borsa, ma il titolare dell’esercizio commerciale può impedire al cliente di farlo e può chiedere di lasciare tali oggetti personali – compreso il carrello personale con le rotelle – all’ingresso del supermercato stesso, al di là delle casse.

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