Guerra Ucraina, in Campania mancano bottiglie di vetro per vino e latte - CorrieredelMezzogiorno.it

2023-01-05 17:23:58 By : Ms. Janice wei

Tra le varie crisi di settore che la guerra in Ucraina ha accelerato, quella del mercato del vetro sta iniziando ad entrare nella vita quotidiana degli italiani. Nelle salumerie e nei supermercati campani il latte confezionato in vetro è introvabile . Quelle bottiglie dal fascino vintage che, fino a qualche settimana fa, rappresentavano il prodotto del futuro grazie proprio al loro packaging green che aveva completamente eliminato l’utilizzo della plastica, sono l’ennesima vittima economica del conflitto che si combatte da più di 50 giorni in Ucraina. E infatti anche la filiera globale del vetro ha subito un duro colpo dopo l’invasione russa. La catena di produzione mondiale, per un equilibrio tipico dell’organizzazione industriale della globalizzazione, è stata, negli anni, lasciata nella mani di 5 grandi produttori su scala planetaria, uno dei quali ha una serie di stabilimenti proprio in Ucraina e questo pesa sulla produzione.

Ma la crisi del vetro ha origini più profonde e più lontane nel tempo rispetto al conflitto di oggi. Innanzitutto questo settore ha dovuto rispondere in maniera veloce ad una carenza di produzione dovuta ad un’aumento vertiginoso ed inaspettato della domanda. Negli ultimi due anni l’industria farmaceutica ha ordinato centinaia di milioni di fiale per i vaccini anti-covid . Il che ha significato, per l’intera filiera, creare linee di produzione esclusive per queste forniture. Alla richiesta delle case farmaceutiche va aggiunta la crescita della domanda dettata dalla transizione ecologica e dalle politiche che hanno spinto l’industria del confezionamento a puntare sul vetro che rappresenta un sistema di packaging più sostenibile dal punto di vista ambientale . Una spinta, quella green, trainata non solo dall’Unione Europea, ma anche da altre organizzazioni internazionali. Basti pensare che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha stabilito che il 2022 è l’Anno Internazionale del Vetro, nel quale si «sottolineerà — si legge nella risoluzione dell’Onu — il ruolo tecnologico, scientifico, economico, ambientale, storico e artistico del vetro nella nostra società, mettendo in luce le ricche possibilità di sviluppo delle tecnologie e il loro potenziale contributo per affrontare le sfide dello sviluppo sostenibile e delle società inclusive».

Purtroppo però sembra che il 2022 sarà invece l’anno nel quale si dovrà fare a meno del vetro . Questo avrà una conseguenza pesante sull’intera filiera vetraia italiana, composta da una miriade di piccole aziende, molte delle quali con sede in Campania , soprattutto nelle aree interne, che acquistano la materia prima dai grandi produttori globali e la lavorano per rifornire il mercato agroalimentare di confezioni (vasetti, bottiglie e barattoli). Proprio le dimensioni ridotte delle aziende rendono il settore molto fragile e debole. In più le piccole imprese italiane si sono dovute confrontare con l’aumento dei prezzi del vetro, dal 50% al 70%, e con la crescita dei costi energetici . Molte realtà hanno dovuto fermare la produzione o chiudere e questo ha avuto effetti immediati su tutto il settore agroalimentare. A soffrire di più è il comparto del vino dove non esistono, se non negli Usa, packaging sostitutivi come lattine o cartoni. Se in Francia, Paese leader del settore, già non si trovano più bottiglie, in Italia i produttori di vino hanno già lanciato lo stesso allarme dei colleghi d’oltralpe. Per la Campania questo significa dover rispondere ad una vera e propria crisi strutturale dell’intero settore vitivinicolo che rappresenta, con i suoi 21.190 ettari coltivati a vite e con una produzione di 1.664.000 ettolitri, uno dei traini dell’intero comparto agricolo regionale.

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